Come ogni allergia si tratta di una manifestazione anomala del sistema immunitario che produce quantità eccessive di anticorpi (IgE o reagine) verso sostanze comunemente innocue: in questo caso delle particolari proteine presenti nei pollini.
I granuli di polline vengono rilasciati dalle piante nel periodo della fioritura a scopo riproduttivo in grandi quantità: la loro concentrazione nell'atmosfera varia in seguito a vari fattori (giornate calde e ventose ed una forte presenza di una specie botanica in una determinata zona contribuiscono a rendere forte il rischio di reazioni allergiche).
Quando il granulo viene idratato (nell'aria, sul terreno o a contatto con le mucose umide dele vie aeree) rilascia le proteine che, riconosciute erroneamente come "nemici" dal nostro sistema immunitario, vengono attaccate dalle IgE e danno inizio ad una serie di reazioni, fino alla liberazione di istamina: si innesca così un processo di infiammazione che causa i sintomi della crisi allergica.
Una delle prime azioni da intraprendere per prevenire il più possibile lo scatenarsi della reazione allergica consiste nel consultare regolarmente il bollettino pollinico della propria zona elaborato dai Centri Nazionali di Aerobiologia: in alcuni casi sarà possibile evitare le uscite in concomitanza dei giorni a maggior rischio, ma soprattutto permetterà al medico di fare una diagnosi più precisa e di valutare eventuali variazioni dei sintomi e della conseguente terapia.
Inoltre sarà possibile riconoscere allergie precoci (piante con fioritura da dicembre a maggio), primaverili-estive (fioritura da aprile a settembre) o estivo-autunnali (fioritura in agosto e settembre) e quindi individuare almeno in parte le specie botaniche che ci procurano allergia.
I sintomi della pollinosi si manifestano quando l'allergene entra in contatto con le mucose causando (in breve tempo: dai 5 ai 30 minuti) un processo infiammatorio che riguarda soprattutto:
- occhi (congiuntivite allergica): lacrimazione abbondante, prurito alle congiuntive con rossore e gonfiore, fotofobia
- naso (rinite allergica): starnuti, prurito a naso e palato, secrezione fluida e chiara, sensazione di naso chiuso, riduzione dell'olfatto
- bronchi (eventuale evoluzione della rinite in asma bronchiale): difficoltà respiratoria, tosse secca, crisi asmatiche
a questi si aggiungono sintomi quali stanchezza, cefalea e malessere generale e qualche volta si può avere una reazione crociata con alcuni alimenti (sindrome orale allergica) che dopo pochi minuti dall'ingestione di alimenti vegetali che "incrociano" i loro effetti con alcuni pollini, causa prurito e bruciore a palato, lingua e labbra, gonfiore della mucosa orolabiale, difficoltà a deglutire e qualche volta problemi gastrointestinali, rinite, asma , orticaria e raramente shock anafilattico.
Esistono tabelle che evidenziano il rapporto tra allergie a determinate famiglie botaniche e frutta e verdura collegate, ma è bene tener conto che il rischio di allergie crociate si presenta in una bassa percentuale di soggetti allergici, spesso dopo alcuni anni dalla comparsa dei primi episodi e quindi è bene non eliminare a priori molti cibi rischiando di impoverire troppo l'alimentazione.
In natura esistono diverse piante con azione antinfiammatoria e/o antistaminica, in grado cioè di inibire il rilascio dell'istamina e di contrastare così i sintomi della reazione allergica (senza indurre sonnolenza né dare effetti collaterali):
il ribes nero (ribes nigrum L.), soprattutto nella forma di macerato glicerinato, ottenuto dalle gemme fresche macerate in acqua, alcool e glicerina, ha una forte azione antinfiammatoria, simile al cortisone (cortison-like) in quanto stimola la produzione di cortisolo, un ormone endogeno con attività antinfiammatoria.
Inoltre il ribes frena la produzione di istamina e riduce la produzione di IgE: utile sia per le vie respiratorie che per le allergie cutanee si utilizza sia in fase preventiva (già nei mesi invernali) che durante le fasi acute.
Anche le foglie, sotto forma di infuso, possono essere utili, ma soprattutto per impacchi decongestionanti sulle palpebre infiammate.
La perilla (perilla frutescens L. Britton) è l'altro grande rimedio naturale antiallergico: se ne utilizzano le foglie e l'olio estratto dai semi.
Questa pianta aromatica (simile al nostro basilico), originaria di Cina, Corea e Giappone, è ampiamente usata in Oriente come condimento e colorante alimentare (la varietà purpurea è chiamata Shiso e colora di rosso l'Umeboshi, particolare condimento a base di prugne salate).
I flavonoidi presenti in grande quantità in questa pianta (soprattutto luteolina, apigenina e acido rosmarinico) inibiscono la produzione di leucotrieni mediatori delle forme allergiche ed abbassano i livelli di IgE, rendendola attiva sia nelle riniti allergiche che nell'asma e nelle orticarie.
Anche l'elicriso (helichrysum italicum) ha proprietà antiallergiche per la sua ricchezza di flavonoidi, ma è anche balsamico e calmante della tosse e l'infuso ottenuto dai fiori è molto efficace come lenitivo e disarrossante per uso esterno (bagni rinfrescanti, impacchi oculari o su eczemi e allegie cutanee).
Alcuni alimenti hanno la capacità di ridurre il rilascio di istamina grazie al contenuto di quercitina e catechine, ad esempio il tè verde, la mela, l'ortica, lo zenzero, la camomilla, l'alga spirulina e gli agrumi (ricchi anche di vitamina C, anch'essa un antistaminico naturale).
Un cenno particolare merita un rimedio naturale non di origine vegetale: le uova di coturnice (un uccello della famiglia dei Fasianidi).
Le uova di coturnice liofilizzate stimolano la produzione di anticorpi esercitando un'attività antistaminica e costituendo un valido aiuto nelle allergie di varia natura: pollinosi, orticaria, pruriti, eczemi, rossori cutanei.
Molto efficaci se assunte un mese o due prima della crisi stagionale, sono però utili anche per alleviare i sintomi già in atto.
Le uova di coturnice non presentano controindicazioni, fatta eccezione per un'eventuale allergia crociata presso i soggetti allergici alle uova.
sitografia:
wikipedia
ilpolline.it
arpa