L'incenso e la mirra erano le resine più note nell'antichità: insieme ad altri oli profumati facevano parte del Kyphi, una miscela di 16 ingredienti (alcuni dicono più di 50 essenze) che veniva utilizzata dai Faraoni e dai sacerdoti nei rituali religiosi, come farmaco ma anche come profumo.
In effetti il termine "profumo" deriva proprio dal latino per fumum (attraverso il fumo) perchè le fumigazioni ottenute dalle resine di alcune piante erano una pratica quotidiana che accomunava popoli e religioni diverse : la letteratura vedica dell'India (2000 a.C.) cita circa 700 sostanze aromatiche utilizzate per usi sia medici sia liturgici, il "Libro di medicina interna dell'imperatore giallo" nello stesso periodo descrive l'uso delle essenze e delle resine, mentre i manoscritti egizi che ne indicano l'utilizzo per fumigazioni, balsami e per l'imbalsamazione risalgono addirittura al 2800 a.C.

doni "regali"


perpetuato nell'arco dei secoli, dalla tradizione ebraica (nel libro dell'Esodo Dio stesso ordina di costruire un altare sul quale offrirgli un profumo da bruciare fatto con storace, onice, galbano e incenso puro) all'antica Grecia e alla Roma degli imperatori (Petronio nel Satyricon racconta come i banchetti del tempo fossero saturi di profumi), l'uso di bruciare gomme e resine e di farne dono prezioso ai potenti della terra si ritrova anche nel Vangelo di Matteo, che racconta dell'arrivo a Betlemme dei Magi venuti dall'Oriente:

"...ed ecco, la stella, che avevano veduta in Oriente, li precedeva, finché, giunta sopra il luogo ove era il fanciullo, si fermò. Vedendo essi la stella, furono ripieni di una grande gioia; ed entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre e, prostratisi, lo adorarono; aperti poi i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra." (Matteo; 2,9-11)

I doni dei Magi hanno un preciso significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l'oro perché è il dono riservato ai Re, l'incenso (sempre presente nelle cerimonie religiose) come testimonianza di adorazione alla sua divinità, la mirra (usata nel culto dei morti e nella mummificazione), perché Gesù è uomo e come uomo, mortale.

ma cosa sono esattamente incenso e mirra?


colatura della resina d'incensoSi tratta di resine vegetali ottenute da diverse piante della famiglia delle Burseracee, che conta 17 generi e circa 600 specie.
Alcune di queste vengono secrete spontaneamente dalla corteccia della pianta, ma più frequentemente vengono raccolte tramite sottili incisioni sul tronco: il loro ruolo nel metabolismo della pianta è probabilmente di difesa da insetti, funghi o altre infezioni.
Le resine possono essere più o meno fluide, ma tendono ad essiccarsi all'aria formando delle "pepite" di diversa forma e grandezza, ricche di terpeni e di oli essenziali che le rendono estremamente profumate: al momento della combustione sprigionano nell'aria aromi intensi e quanto mai diversi!

l'incenso


L'incenso (che viene detto anche Olibano, dal termine arabo al-lubàn, "il latte" facendo riferimento al colore della resina che sgorga dalla pianta) è la resina più ricercata e diffusa sin dall'antichità, non solo per scopi liturgici ma anche farmacologici e per la creazione di profumi.
Per alcuni millenni è stato uno dei prodotti di maggior pregio negli scambi commerciali tra i paesi produttori e le grandi civiltà dell'antichità (Greci, Egizi, Romani) che lo pagavano a peso d'oro e ne facevano grande uso (si commerciavano migliaia di tonnellate per anno), tanto che alcuni paesi dell'Arabia e dell'Africa (Yemen, Oman, Somalia, Etiopia, Eritrea) basavano sull'incenso la loro economia.

Incenso è un nome generico che accomuna diverse resine del genere Boswellia, che comprende 19 specie distribuite in Africa, nella Penisola Arabica e in India.
Di queste solo quattro (quelle che danno resina di qualità superiore e in maggiore quantità) vennero commerciate fin dall'antichità lungo le vie carovaniere della Penisola Arabica e in seguito lungo la via marittima del Mar Rosso per rifornire i paesi del Mediterraneo: la Boswellia sacra (o Carterii), la B. frereana, la B. papyrifera e la B. serrata.

Il nome incenso solitamente ci riporta alla memoria le funzioni religiose delle festività, in realtà ogni specie di Boswellia produce una resina dalla fragranza particolare: agrumata, fresca, balsamica, oppure legnosa, dolce, speziata o vanigliata...

proprietà


incenso lacrimebruciare qualche grano di incenso permette non solo di profumare la casa in modo naturale, ma anche di sfruttarne le proprietà antisettiche, antibatteriche e balsamiche: l'incenso purifica l'aria, favorisce la respirazione, allontana gli insetti, induce calma e serenità e spesso viene utilizzato per favorire la meditazione.

Alcune varietà di incenso vengono tradizionalmente utilizzate come gomma da masticare, con attività antibatterica del cavo orale.

L'olio essenziale diffuso nell'ambiente ha le stesse proprietà della resina, inoltre può essere mescolato con un olio per il viso per trattare la cute secca e come antietà.

Infine (anche se esula da questo contesto) bisogna ricordare l'attività farmacologica dell'incenso, confermata dai ricercatori tedeschi dell’'University Saarbrücken, coordinati dal dottor Oliver Werz, i quali hanno appurato che gli acidi boswellici (in particolare quelli di B. Papyrifera) sarebbero in grado di ridurre la risposta infiammatoria dell'organismo, rendendolo un possibile rimedio alternativo per contrastare alcune patologie.

la mirra


anche la mirra è una gommoresina profumata: proviene però dal genere Commiphora, che comprende circa 50 specie, presenti in Somalia, Etiopia, Sudan e Penisola Arabica.
La specie più pregiata è la Commiphora myrrha (dall'arabo "murr": amaro).
Anch'essa conosciuta e grandemente apprezzata fin dall'antichità, veniva utilizzata dagli egizi come ingrediente essenziale del processo di imbalsamazione, mentre i greci oltre a bruciarla la mescolavano al vino.

La resina essuda spontanea dai tronchi, soprattutto al culmine della stagione secca, viene raccolta tradizionalmente dalle donne e utilizzata poi come profumo, come farmaco antisettico ma anche per tingere i tessuti.
Anche nel caso della mirra ogni specie produce resine dal profumo caratteristico: più amaro nel caso della C. myrrha, dolce e fruttato, nella C. guidotti o Opoponax, agrumato nel caso della C. wildii.

La resina della mirra (bruciata negli ambienti domestici) è un buon antisettico, balsamico e antiparassitario.
L'olio essenziale inoltre può essere utilizzato per il trattamento localizzato di infiammazioni lievi di gola e bocca (uso approvato dalla Commissione E tedesca).
In profumeria l'essenza della mirra è usata come fissatore, mentre nei prodotti per l'igiene viene inserita come deodorante e antibatterico.

come si bruciano le resine?


per sviluppare il loro profumo naturale le resine devono essere sciolte tramite una fonte di calore.
Il metodo più comune prevede l'uso di un carboncino: si accende il carboncino avvicinandolo ad una fiamma , lo si posa su una superficie resistente al calore (metallo o terracotta) con la parte concava verso l'alto, poi si mettono alcuni grani di resina sul carboncino, ottenendo così un effetto intenso, fumoso.
Si può anche utilizzare un diffusore per oli essenziali, mettendo nella vaschetta i grani di resina (direttamente o su un foglietto di alluminio per proteggere la vaschetta).
Accendendo la candelina il calore scioglierà la resina e produrrà l'evaporazione degli oli essenziali contenuti con un effetto più delicato e senza fumo.

Attualmente la produzione e l'esportazione dell'incenso e della mirra hanno subìto una forte contrazione per diversi motivi (eccesso di bestiame pascolante che bruca le piante, taglio dei rami per scopi diversi, eccessivo sfruttamento delle piante, conflitti locali, aumento dell'aridità climatica, abbandono delle tradizioni da parte dei giovani).
Alcuni paesi come Etiopia ed Eritrea stanno ponendo in atto misure di salvaguardia della flora presente e di reintroduzione di giovani piantine: un'opportunità di lavoro per migliaia di persone ma anche la salvaguardia di un bene prezioso che ha accompagnato per secoli l'umanità con il suo profumo.


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bibliografia
S.Foster e R.L.Johnson - "Medicina naturale" - ed.National Geographic
G.Proserpio - "L'ossicrizio, storie di piante" - ed. L'Erbolario
M.Raffaelli e M.Tardelli - "L'incenso tra mito e realtà" - centro Studi Erbario Tropicale, Firenze

sitografia
wikipedia - mirra
wikipedia - incenso


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